Giappone: pescatori giapponesi fanno causa per lo scarico di acqua radioattiva in mare

I pescatori giapponesi fanno causa per lo scarico dell’acqua di Fukushima

Polina Dvornikova | Università nazionale di diritto Yaroslav Mudryi, UA
9 SETTEMBRE 2023 14:17:25

FONTE

Circa 150 pescatori giapponesi, provenienti dalla prefettura di Fukushima, hanno intentato una causa venerdì presso il tribunale distrettuale della giurisdizione giapponese. Gli imputati in questo caso sono il governo e la società TEPCO. Questa azione legale ruota attorno allo scarico di acqua trattata radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima-1.

I pescatori affermano che il rilascio di materiale potenzialmente pericoloso viola il loro diritto di pescare. Nonostante le precedenti proteste di cittadini giapponesi e sudcoreani, questo segna il primo esempio di una causa collettiva intentata su questo argomento. I querelanti nella causa includono pescatori delle prefetture di Fukushima, Tokyo, Miyagi, Iwate, Ibaraki, Chiba e Niigata.

La causa sostiene che la decisione del governo riguardo allo scarico dell’acqua è illegale. Le richieste principali in questa causa collettiva includono la revoca del permesso per modifiche al piano di scarico dell’acqua e lo svolgimento di ispezioni preoperative degli impianti. In definitiva, la richiesta principale è quella di cessare lo scarico dell’acqua, una responsabilità attualmente ricoperta da TEPCO.

In precedenza, il governo giapponese aveva dichiarato di aver fornito un piano dettagliato all’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica). Allo stesso tempo, il capo dell’AIEA ha confermato l’approvazione di questo piano durante un incontro pubblico, affermando che aderisce rigorosamente agli standard di sicurezza stabiliti dall’organizzazione globale.

L’acqua radioattiva proviene dal reattore nucleare Fukushima-1 parzialmente danneggiato. Secondo il piano giapponese, sarà sottoposto a una purificazione graduale attraverso un sistema atto a rimuovere gli ioni multivalenti. Successivamente verrà scaricato in grandi quantità, proporzionalmente mescolato con acqua normale, nell’oceano globale.

La comunità internazionale ha espresso scetticismo riguardo a questo piano, principalmente perché il trizio, una sostanza radioattiva, condivide le proprietà chimiche con l’idrogeno e quindi non può essere purificato o rimosso in modo efficace. Ad oggi, non esistono metodi fattibili per decontaminare realmente quest’acqua dagli inquinanti radioattivi, che rappresentano potenziali minacce per la flora e la fauna globali.

L’opposizione a questa idea è emersa anche da parte dei governi della Corea del Sud e della Cina, entrambi i quali dipendono direttamente dall’acqua che potrebbe essere potenzialmente contaminata dal trizio. La Cina ha imposto un embargo totale sui prodotti ittici giapponesi in seguito alla protesta del 24 agosto. In risposta, il Giappone ha stanziato circa 100 miliardi di yen per sostenere la propria industria della pesca come contromisura.

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