Il presente articolo si pone quale appendice al lavoro che ha stimato il numero dei decessi da iniezioni Covid nel mondo occidentale. E’ stato sviluppato nei tre articoli di cui ai seguenti link.

https://sfero.me/article/contributo-stima-realistica-numero-decessi-causati

https://sfero.me/article/-impronte-iniezioni-anti-covid-eccesso

https://sfero.me/article/-numeri-decessi-iniezioni-covid-fino

Il tema della responsabilità delle inoculazioni Covid sull’eccesso di mortalità suscita alcune reazioni tipiche, che potremmo raggruppare in quattro categorie.

C’è chi già sa e ad ogni informazione che si aggiunge trova solo una triste conferma. Questo tipo di reazione riguarda una percentuale minoritaria della popolazione, seppur in forte crescita.

All’opposto sta la reazione più diffusa, quella di chi si irrigidisce e rifiuta non solo di confrontarsi ma fino di ascoltare. Se forzate, queste persone rispondono con rabbia e aggressività. Nascondono il terrore di affrontare una verità che demolirebbe le certezze di base con cui guardano al mondo. La reazione è difesa della propria sopravvivenza psichica.

Vi è poi la terza tipologia, purtroppo la meno frequente. E’ di coloro che entrano onestamente in confronto, con l’obiettivo di capire se ci possa essere qualcosa di vero in una tesi che in partenza non condividono. E’ tipica di chi ha creduto in buona fede alla narrativa vaccinista ma ora comincia a dubitare della sua veridicità.

L’ultima categoria è quella dei signori TTV (Tutto-Tranne il-Vaccino). Sono coloro che fingono di disporsi a un confronto ma in realtà hanno l’unico obiettivo già fissato a priori di dimostrare che la responsabilità dell’eccesso di  mortalità NON PUO’ essere delle vaccinazioni. Nel loro strumentale argomentare si pongono dapprima con sufficienza e sarcasmo, subito sostituiti da rabbia e aggressività non appena la posizione che difendono vacilla sotto il peso della logica e dell’evidenza. Tradiscono così di essere guidati anch’essi dal terrore di cui abbiamo parlato. Spesso è anzi ancora più profondo, dal momento che molti dei signori TTV si sono spesi in questi tre anni a difendere l’indifendibile e se la baracca crolla, crolla insieme a quella l’immagine che essi hanno dato di sé.

Va detto che, quando si giunge a un confronto, onesto o strumentale che sia, l’argomentare di chi contesta la letalità degli pseudo-vaccini Covid presenta spesso i medesimi vizi di ragionamento,  vere e proprie fallacie logiche.

Quest’articolo intende metterle a nudo e mostrare che solo superandole è possibile prendere consapevolezza delle evidenze che sono emerse sul tema che stiamo trattando.

 

LA FALLACIA DELLA FALSA PROSPETTIVA

La prima fallacia si esprime più o meno così: “E’ impossibile che i vaccini abbiano causato tutti quei morti, se i numeri fossero così alti, ciaascuno se ne sarebbe accorto nella sua vita di tutti i giorni”.

Si tratta di un errore di prospettiva che deriva da una scarsa comprensione delle grandezze in gioco,  tale per cui si dà per scontato che ogni fenomeno macro abbia per forza di cose una visibilità nel micro.

Raramente questo accade.

Da una parte, infatti, quell’aumento di circa il 10% della mortalità è una cifra mediana che non è detto corrisponda esattamente a quanto accade nella piccola porzione di mondo che frequentiamo.

In secondo luogo, entra in gioco la selettività dell’attenzione. Registriamo solo una piccola parte delle migliaia di fenomeni a cui assistiamo ogni giorno, di solito quelli inusuali o macroscopici. Ancora meno cattura la nostra attenzione la semplice variazione quantitativa di un fenomeno già noto, a meno che essa non raggiunga proporzioni fuori scala.

Per stare sui temi che ci interessano, poniamo che una persona sia abituata a leggere i cartelli mortuari del suo piccolo comune e poniamo che il tabellone riporti ogni giorno più o meno una dozzina di annunci. Pensate che quella persona si possa accorgere che in un determinato anno la media giornaliera non è stata di dodici ma di tredici? E pensate di sapere se quest’anno avete sentito l’ambulanza una volta ogni nove giorni invece che una volta ogni dieci? Sono entrambi aumenti di circa il 10%.

Vale anche per numeri più grandi. Sapete dire se in una certa settimana di vita cittadina avete incrociato per strada 1.100 persone invece delle 1.000 della settimana precedente?

Ma a rivelare platealmente l’esistenza della fallacia è la stessa frase con cui essa si esprime. L’errore evidente sta in quel “SE” (“se” ci fossero tutte queste morti in più….). Perché, che tutte queste morti in più ci siano è un dato che nessuno in realtà mette in dubbio, ciò di cui si discute è soltanto a che cosa sono dovute. L’affermazione pertanto non fa che provare proprio ciò che vorrebbe contestare e cioè che NONOSTANTE siano morte così tante persone in più (circa 130.000 morti in eccesso dal 2021 soltanto in Italia), la percezione quotidiana dei molti non l’abbia registrato.

 

LA FALLACIA DEL CATTIVO INFINITO

La seconda fallacia è quella che Hegel chiamerebbe del cattivo infinito. Si esprime con frasi come: “Ci sono indizi che l’eccesso di mortalità è collegato alle inoculazioni ma non ci sono prove definitive, quindi ogni tesi vale l’altra.” Oppure: “Correlazione non vuol dire causalità, perciò di che parliamo?”.

Le affermazioni vengono riproposte a ogni prova/indizio/correlazione che via via si aggiunge, spostando sempre più in là il traguardo della “prova conclusiva”, che non sarà mai raggiunto perché a ogni rafforzamento del quadro probatorio verrà sempre richiesta una prova aggiuntiva. Cadono in questa fallacia anche coloro che, pur essendo già consapevoli del legame causale tra inoculazioni e mortalità, sono alla continua ricerca della cosiddetta “smoking gun”, la prova incontestabile che convinca gli scettici.

Il vizio consiste nel chiedere un’impossibile prova matematico/sperimentale laddove già esiste la quantità di prove che nelle cose della vita è considerato sufficiente per dare un fatto come sostanzialmente certo e agire di conseguenza.

Se durante la notte sentiamo puzza di bruciato, uno strano calore e i vicini che gridano “al fuoco”, fuggiamo velocemente senza aspettare che le fiamme invadano la camera in cui dormiamo. E non c’è prova che durante la prossima notte la Luna non cada sulla Terra e la distrugga, e tuttavia diamo sostanzialmente per certo che ciò non avverrà e programmeremo come al solito la giornata di domani.

Agiamo sempre, in ogni circostanza, sulla base dell’ipotesi largamente più probabile, attribuendole grado di (relativa) certezza quando essa raggiunge un certo grado di plausibilità, pur pronti a ricrederci ove sopravvenuti elementi la smentiscano in maniera convincente. L’attesa di una certezza assoluta porta in un vicolo cieco. Anche quella che verrebbe da molti considerata la prova conclusiva, e cioè il confronto dei tassi di morte tra vaccinati e non vaccinati, non sfuggirebbe all’azione della fallacia. Pur se restituisse un risultato chiaro, si potrebbe ancora discutere sull’attendibilità dei dati, sulla modalità della loro raccolta, sulla definizione delle platee di riferimento, ecc. ecc.

La vera domanda non è quindi se c’è la “prova definitiva” che siano le inoculazioni Covid a causare gran parte della mortalità in eccesso ma se gli elementi a disposizione sono tali da rendere questa l’ipotesi a cui attenersi, essendo quella largamente più probabile e mancando fondate ipotesi alternative.

Allo stesso modo, pur se correlazione statistica non è sempre segno di causalità, la prova della causalità non può che passare dall’accumularsi di correlazioni. E quando le correlazioni si riscontrano a ogni elemento che via via si analizza ed esse non si riescono a motivare con fattori confondenti, il rasoio di Occam vuole che esse siano spiegate con il nesso causale, conclusione che acquista dignità di (relativa) certezza.

Il dato importante è che quando si raggiunge questo livello di plausibilità, l’onere della prova si inverte. Da quel momento spetta a chi sostiene ipotesi alternative portare elementi di prova più convincenti. Nel frattempo, conviene scappare dalla casa anche se le fiamme in camera non sono ancora arrivate.

Secondo i criteri di Bradford-Hill, la causalità è considerata provata quando gli elementi da cui si deduce sono numerosi, forti, consistenti, specifici, coerenti, derivanti da una pluralità di fonti, correlati temporalmente, si poggiano su un meccanismo di azione plausibile e non esistano valide spiegazioni alternative. I criteri sono tutti soddisfatti dalle prove oggi emerse sul legame tra mortalità e inoculazioni Covid.  Va inoltre proprio evidenziato che essi puntano non tanto alla necessità di una singola prova conclusiva ma alla coerenza e alla forza del quadro probatorio complessivo.

Chi cade nella fallacia del cattivo infinito mostra quindi prima di tutto l’incapacità di porsi in una visione di sintesi.

 

LA FALLACIA DEL METRO DI MISURA 

La terza fallacia si esprime così: “Anche se il vaccino avesse ucciso milioni di persone, il Covid ne ha uccisi di più, quindi ne è valsa la pena”.

Chi cade in questo ragionamento innanzitutto probabilmente non sa che i reali morti Covid sono molti meno di quelli indicati nelle statistiche ufficiali. Dati dell’ISS e delle autorità regolatorie di altri paesi confermano che solo tra il 3 e il 5% dei morti “Covid” erano persone prive di gravi patologie pregresse. E’ probabile che nel 2021 e 2022, con varianti meno letali, i numeri siano ancora più bassi. Senza nemmeno considerare che con apposite e semplici cure la gran parte di queste persone poteva essere salvata.

Si può quindi dire che, anche nell’ipotesi del tutto immaginaria di efficaca al 100%, le soluzioni inettabili anti-Covid avrebbero potuto evitare forse qualche decina di migliaia di morti in tutto il mondo. Sono sempre numeri altissimi ma rappresentano una frazione minima dei 25 milioni di morti in eccesso che l’Economist e l’OMS stimano essersi verificati nel mondo dal 2021 a oggi. Nemmeno un calcolo squisitamente ragionieristico depone a favore delle inoculazioni.

Tuttavia, è necessario affermare con forza che questo approccio va prontamente abbondonato, perché percorre esattamente la fallacia che vogliamo denunciare e cioè la pretesa di quantificare una qualità che non può in alcun modo essere tradotta in numeri. Attribuire alla vita umana un valore determinato, quale che sia, presuppone che essa si possa “pesare” e sottoporre a confronto. Si potrebbe allora dare per certo che due vite pesano più di una, tre vite più di due e così via. Eppure, quanti direbbero a cuor leggero che la vita di due novantenni vale più della singola vita di un giovane e che quindi, all’occorrenza, si può sacrificare questa per salvare quelle? E se invece il giovane fosse malato, il peso cambierebbe? E la vita del nostro migliore amico quante vite altrui vale?

Se le vite fossero  misurabili in termini di quantità, dovremmo conseguentemente concludere che è gesto altamente morale sacrificare la persona di cui i terroristi chiedono l’uccisione per liberare cento ostaggi. E sarebbe virtuoso assassinare una persona in buona salute, perché da essa si ricaverebbero gli organi per salvarne altre dieci.

Ridurre le vite umane a cespiti di una partita di dare e avere equivale a misurare il tempo in chilometri e le distanze in chilogrammi. E’ una fallacia che porta al non senso, oltreché alle peggiori nefandezze morali.

 

LA FALLACIA DI PETER PAN

Si esprime con una frase di questo tipo: “Se le istituzioni dicono che i vaccini sono sicuri, allora sarà vero. Quantomeno i vaccini non hanno causato tutti quei morti” 

Il vizio nel ragionamento sta nell’escludere a priori che le istituzioni possano mentire. E’ lo stesso meccanismo psicologico che impedisce al bambino abusato di ammettere la possibilità che il genitore sia stato malvagio, addosserà piuttosto la colpa su di sé. Così, novelli Peter Pan, noi che in Occidente abbiamo conosciuto un periodo di (relativa) democrazia, istintivamente escludiamo dal novero della possibilità che i governi possano mentirci e non agire per il bene del popolo. Abbiamo in fretta dimenticato che ogni sistema di potere implica una divisione della società in una piccolissima minoranza che dispone e una grandissima maggioranza che si adegua alle disposizioni,  e che la prima è naturalmente portata a tutelare la sua posizione di privilegio, a volte anche con metodi non moralmente accettabili.

Il fossato tra governanti e sudditi era ben visibile fino a due secoli fa e le idee del diritto divino, delle caste, dei diritti di sangue, oppure il potere delle armi, servivano a darne una legittimità sul piano della cultura dell’epoca.  Quando, nel diciannovesimo secolo, le masse sono apparse sul palcoscenico della Storia reclamando diritti e uguaglianza, la democrazia è sembrata destinata a colmare il fossato. Ma il diritto di voto e l’adozione di alcuni meccanismi partecipativi non hanno scalfito più di tanto lo schema di potere. Il diritto divino e di sangue sono stati sostituiti dalla soverchiante differenza di disponibilità economica e dal potere che essa fornisce, perpetuando l’oligarchia. Esssa da un lato ha saputo cooptare progressivamente al suo interno i “rappresentanti del popolo”, dall’altro si è servita a piene mani dei mezzi di manipolazione e controllo messi a disposizione dalla nuova scienza dell’ingegneria sociale. Bernays, uno dei padri di questa scienza, lo spiegava bene già nel 1928, in queste parole del suo saggio “Propaganda”:

“La  manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo  sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese.”

Ecco perché va portato in piena luce ciò che è ancora troppo poco noto e cioè che sono innumerevoli i casi in cui governi “democratici” hanno usato la sistematica menzogna, agito nell’ombra e proceduto in azioni inqualificabili, arrivando anche a sacrificare le vite dei cittadini per interessi di potere. L’elenco è troppo lungo per essere esaustivo ma potremmo citare in ordine sparso l’affondamento del Lusitania, l’operazione MK-Ultra,  la strage di Portella della Ginestra, Pearl Harbour, i progetti per l’operazione Northwoods, gli attentati legati alla strategia della tensione italiana, Gladio, il caso Ustica, gli esperimenti della clinica Tavistock, l’omicidio Mattei, il massacro di Timisoara, l’operazione Bluemoon. Tutte operazioni in cui le istituzioni hanno agito come i peggiori criminali .

E tra le menzogne più spudorate, alle quali lavorano alacremente schiere di agenzie PR e di spin doctors, come non ricordare almeno la messinscena della finta infermiera kuwaitiana, che ha convinto la popolazione americana alla guerra del Golfo, e i video costruiti ad arte dei tagliagole islamici?

Pensare che le menzogne del Potere e le sue azioni senza scrupoli, necessariamente coltivate nell’ombra, siano scomparse magicamente da quando sono apparse le democrazie rappresentative occidentali, equivale più o meno a credere alle favole. Come ricorda Agamben, la Storia non è in fondo che una storia di “complotti” e sempre, in ogni luogo e in ogni tempo, gli interessi delle popolazioni sono stati perseguiti solo fintanto che collimavano con quelli della casta al potere.

Va peraltro ricordato che più gli interessi sono grandi, più il bene del popolo passa in secondo piano e più la manipolazione e le menzogne imperano. In questa sede non c’è spazio per illustrare i giganteschi interessi economici, geopolitici e militari sottostanti alla truffa Covid. Hanno unito in un gioco perverso aziende private e istituzioni pubbliche, conquistate agli interessi dei privati da quando si sono aperte, soprattutto quelle internazionali, ai loro finanziamenti.

La forza di questo condizionamento è spesso enormemente sottovalutata. Se è noto a tutti che Gates, tramite la sua Fondazione e Gavi, gareggia con gli Stati Uniti nell’essere il più grande finanziatore dell’OMS, è meno noto che i finanziamenti all’Istituto possono essere legati a progetti specifici. Quelli di Gates lo sono tutti e impegnano l’OMS a sponsorizzare campagne vaccinali, di cui lo stesso Gates poi beneficia economicamente quale socio di molte aziende farmaceutiche, prima tra tutte Moderna.

Del resto, il campo della salute da sempre si presta alle peggiori ignominie. In diverse occasioni le case farmaceutiche hanno messo in commercio farmaci di cui era loro nota la tossicità. Oppure li hanno sperimentati direttamente sull’inconsapevole popolazione, come ha fatto la Pfizer a Kano, in Nigeria. L’esprimento ha avuto esisti tragici, come si può approfondire al seguente link.

https://www.informazionelibera.org/cronaca-sanitaria/il-contenzioso-di-kano-pfizer-un-crimine-contro-la-nigeria.html

Per quanto poi riguarda gli Stati nazionali, come pensare che abbiano spazi di autonomia davanti alla potenza di entità finanziarie che hanno patrimoni di molto superiori all’intero loro PIL annuale, come i più grandi fondi di investimento USA? Quello che Eisenhower chiamava il complesso militar-industriale, denunciandone la pericolosità per la democrazia, oggi ha compiuto il salto definitivo, prendendo possesso dello spazio del potere pubblico, che prima gli stava di fronte come ultimo argine. A ciò si aggiunge la condizione di colonie che hanno i paesi del mondo occidentale rispetto agli USA . Gli interessi americani, sia quelli geopolitici sia quelli finanziari delle loro aziende, si impongono sempre e comunque.

Terminiamo qui questo lungo lavoro sulla letalità dei pro-farmaci genetici Covid. 

Chiudo con un invito.

Non è rivolto ai signori TTV, ho poca speranza e ancor meno interesse alla loro resipiscenza, sono persone al momento irrecuperabili.

Mi rivolgo a coloro che sono onestamente interessati a comprendere.

La truffa Covid ha dell’incredibile e, per chi non l’ha seguita passo passo in questi anni, è comprensibile una istintiva reazione di rigetto davanti a un quadro così fosco. 

Ma io vi chiedo di essere curiosi. Informatevi per conto vostro, informatevi, informatevi e informatevi ancora. E’ facile verificare quante volte in epoca “democratica” le istituzioni e le aziende farmaceutiche hanno agito contro il popolo senza scrupolo alcuno.

Troverete l’impensabile. E capirete che non c’è da stupirsi più di tanto dello scandalo pandemico/vaccinale. Per quanto tragico, non è che l’ennesimo episodio accaduto nella storia recente.

Sono consapevole che si tratterà per voi di un passaggio difficile. Ammettere che colui in cui si aveva piena fiducia ha tradito, e continua a farlo, vuol dire realizzare al contempo di essere stati abusati e costringe a prendersi a carico il dolore della propria ferita.

Ma attraversare quel passaggio è possibile, lo possono testimoniare i tanti che già lo hanno passato.

Se molti altri seguiranno, dopo la via sarà più semplice per tutti.